Vita di Maria Teresa Camera
MARIA TERESA CAMERA, nasce l'otto ottobre 1818, in
frazione S. Lorenzo di Ovada (AL), da Angelo Camera e Caterina Merialdi.
La famiglia Camera era una famiglia di mezzadri, e come tale segnata da precarietà e
dalla necessità di traslocare da un cascinale all'altro.
La vita della Camera è segnata fin dall'infanzia dalla devozione al Crocifisso:
"Sull'intonaco della facciata della cascina stava dipinto Gesù crocifisso dentro una
cornice a modo di quadro e più oltre la meridiana segnava le ore" .
Ovada tra il 700 e 800 visse un periodo particolarmente difficile dal punto di vista
politico
Si può facilmente immaginare quale poteva essere la situazione economica e sociale al
tempo dell'infanzia di Maria Teresa, che "conosce presto la fatica dei suoi genitori
e delle famiglie vicine
un'infanzia umile, povera, e schiva
." .
Maria Teresa Camera vive la sua fanciullezza come "..un vero angelo di bontà
La
mamma non una sola volta fu udita esclamare :la mia Marietta non mi ha mai procurato un
minimo disgusto, e molti del vicinato, rivolgendosi alla mamma, le andavano dicendo :la
vostra Marietta più che creatura umana è un angelo del Paradiso(
)" .
Una vita semplice, ma impegnata, fatta di preghiera, di devozione a Gesù Eucaristia, di
frequenza ai sacramenti, alla S. Messa quotidiana e di aiuto alla mamma nelle faccende
domestiche.
Fatta adulta Marietta, come veniva chiamata familiarmente, si iscrive alla compagnia delle
Orsoline, "monaca in casa" prefiggendosi l'osservanza perfetta del pio
sodalizio.
Maria Teresa rimarrà fedele alla regola delle orsoline fino al 1892, quando due anni
prima della morte, Mons Marello vescovo di Acqui, approva le Regole delle Teresiane, come
venivano chiamate in Ovada, le prime aggregate di Madre Camera; per questo si può
affermare che la Madre Camera trae alcuni tratti caratteristici della sua spiritualità.
Tuttavia sente che Dio vuole qualcosa di diverso da lei, nell'attesa, medita, prega, fa
penitenza, è desiderosa di rendersi utile alla Chiesa e di cooperare alla salvezza delle
anime anche con le opere.. E' sollecita nell'aiutare gli infermi, specie nei servizi più
umili.
Dopo la morte della mamma, nel 1849 Maria Teresa Camera , lascia la borgata di S. Lorenzo
e si stabilisce ad Ovada (AL), consigliata dal suo direttore spirituale prende in affitto
due stanzette di fronte alla Chiesa di S. Domenico.
Nel suo programma la preghiera è al primo posto e nell'operare la distingue la gratuità.
Va incontro ai bisognosi, assiste gli infermi nelle case e presso gli Ospedali, entra
nelle case del dolore, tutela l'innocenza dei piccoli, istruisce nel catechismo la
gioventù.
L'apostolato di Maria Teresa Camera viene messo a dura prova dalla mancanza di mezzi,
dalla povertà, a volte dall'incomprensione di alcune sue figlie le quali non comprendono
l'ideale del mettere tutto in comune e pretendono di tenere per sé lo stipendio, che
percepivano al panificio ovadese, lasciano la comunità, con grande dolore della Madre.
Nel 1856 Don Tito Borgatta, ospita le aggregate in Via Bisagno 16, nei locali della sua
"Opera Pia S. Tito". Egli diventa un personaggio chiave nella vita della Madre
Camera, perché mentre le offre un'abitazione più grande e chiede la collaborazione
assistenziale presso le sue opere, si ritiene il Fondatore, priva della libertà economica
la comunità delle Teresiane, e le espone ad una difficile convivenza con le altre opere
caritative, specie con le Madri Pie.
Per Madre Camera questo lungo periodo che va dai 38 ai 72 anni, tempo dell'età matura e
pertanto dei risultati vivibili, è stato accolto e vissuto secondo le parole del vangelo
e la logica del Crocifisso, come il tempo caratteristico del chicco di grano, seminato e
raccolto nel terreno, il tempo di marcire per germinare, crescere e portare frutto, tempo
di non visibilità e di annientamento, tempo di pazienza e anche di grandi sofferenze.
La Madre Camera non si perde di coraggio e di fronte alle numerose difficoltà afferma
:"A chi Dio tiene nulla manca".
Alle sue figlie dice :"Nelle tribolazioni abituatevi a fissare lo sguardo in Dio,
raddoppiate in bontà verso chi vi procura dei dispiaceri. Le tribolazioni sono un vero
regalo".
Era chiamata "l'angelo consolatore di Ovada". Molti malati, anche i più ostili
verso la Chiesa dicono :"Non si può negare nulla a questa donna, la sua parola è
persuasiva, la sua bontà è angelica".
Gli ultimi anni di vita della Fondatrice sono segnati dalla fatica fisica, dalle crisi di
asma, ma il suo spirito è inondato da "purissima gioia nel vedere le sue figlie
unite, in un solo cuore".
Nella sua umiltà lascia il governo della Comunità a madre Angela Bensi, mentre la
Fondatrice anima spiritualmente e con l'esempio.
Suor Maria Allume, che è stata molto vicina alla madre Fondatrice racconta che benchè
sofferente di asma sì da passare notti insonni, non esita ad offrire il suo cuscino ad un
uomo che bussa alla porta per chiedere un aiuto per la moglie in preda ad una forte crisi
di asma :"La Madre Fondatrice non esitò un istante e disse :"Prendete il mio io
posso stare anche senza". Così fece e quell'uomo si allontanò ringraziando tutto
commosso."
La Madre Fondatrice che ha insegnato alle sue suore l'umiltà, il servizio, il sacrificio
sereno e silenzioso, come Gesù sulla Croce, desidera "morire sul Calvario accanto a
Gesù Crocifisso e a Maria Addolorata" , muore il sabato santo, alle ore 17,00 del 24
marzo 1894, perché come lei disse la Pasqua è andata a farla in Paradiso.
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Iolanda Somma, manoscritto autobiografico di
p.5 in data 27 luglio 1971, p.2 (ARCHIVIO FNSP)
Paolo Risso , La gioia di donare, Biografia di Maria Teresa Camera, fondatrice delle
Figlie di N. Signora della Pietà, Arti Grafiche TSG,1992, p.36.
P. Francesco Saverio Sartorio, O.C.D.,Rev. Madre m.Teresa Camera, fondatrice della
Congregazione Figlie
Di Nostra Signora della Pietà, Milano,Scuole Arti Grafiche Artigianelli,1953, p.13
Idem, p.19.
Cfr. G.VISCONTI, Biografia di Maria Teresa Camera, Fondatrice delle Figlie di N. S. della
Pietà, Asti 2001,cap.3°.
Idem.cfr. cap.3 Alle radici del carisma.
Cfr. F. S. Sartorio, p. 38
idem, p. 32 e p. 44
idem, p. 41
idem, p. 41
idem, p. 69
G. Visconti, o.c. cap. 8 Testimonianze di Girino Sr. Cristina
F. S. Sartorio, p.68
idem, p,70