La
piccola scuola era sorta con tanti sacrifici da parte delle famiglie più
povere: non era niente di straordinario, ma rappresentava una speranza
per il futuro di tanti bimbi. L'avevamo attrezzata come meglio avevamo
potuto; le suore l'avevano tappezzata di cartelloni , anche madre Camera
spiccava tra le foto e le scritte che servivano all'attività didattica.
Sfortunatamente
il sogno presto svanì: un giorno fummo informate che l'edificio, su
richiesta del proprietario del terreno, sarebbe stato abbattuto. Che
fare? Come evitare che tanti sacrifici venissero spazzati via da una
ruspa? Ci vennero in mente i tanti contrasti che avevano ostacolato
l'opera di Madre Camera e i grandi dispiaceri che ella aveva sopportato
con paziente bontà; ci rivolgemmo a lei nella preghiera.
Si
tentò la strada del dialogo con il proprietario e con l'aiuto della
Provvidenza Divina e della buona volontà degli uomini, la scuola dei
poveri sorse ancor più bella di prima.
Il
primo giorno, entrando nel nuovo edificio, fummo colte da un senso di
vuoto: le pareti erano completamente spoglie, nulla rimaneva dei bei
cartelloni realizzati nella vecchia scuola, ... l'unica immagine rimasta
inspiegabilmente su una parete era il ritratto di Madre Camera,
i cui occhi dolcissimi ci fissavano quasi a dirci: "Io ci
sono, sono con voi e sto bene qui; continuate ad amare e a servire
questi poveri. Con pazienza e con gioia continuate ad accogliere Gesù
che viene a voi in questi bambini!"