Ad
un tratto un bagliore più forte, una colpo di sterzo più brusco
seguito da un rumore sordo di lamiere che si contorcevano e di alberi
della scarpata che si spezzavano sotto il peso della mia auto uscita
fuori strada. In quell'attimo di panico, lungo un secolo, il volto di
una donna mi apparve davanti agli occhi: era un viso sereno e
sorridente, un volto che avevo già visto da qualche parte... poi tutto
finì.
Mi
ritrovai sul letto di casa mia, attorniata dai mie famigliari; mi
guardavano con aria preoccupata e curiosa allo stesso tempo: non
riuscivano a spiegarsi come potessi non aver riportato alcuna lesione
nell'incidente. Mi raccontarono che l'auto era stata trovata dal vicino
di casa ed era completamente distrutta.
Passarono
alcuni giorni, lo spavento per l'accaduto non era ancora passato; ogni
tanto mi ritornava alla mente il bagliore dei fari e il sorriso della
donna che avevo visto nel momento dell'impatto: chi era? perché quel
volto?
Finalmente
un giorno, rovistando nei cassetti di casa, trovai il calendario che mi
avevano dato le Suore della Pietà; in copertina un tenero sorriso
illuminava il viso di Teresa Camera: era suo il volto che, nella luce,
si era presentato davanti ai miei occhi mentre la mia auto rotolava
lungo la scarpata in quel triste pomeriggio d'inverno, era il suo
sguardo sereno di madre che vegliava su di me.